di Damiano Aliprandi
A togliersi la vita due detenuti a Cagliari e a Venezia: sale a 38 il numero dei reclusi che si sono tolti la vita da gennaio. Ma gli appelli dei Garanti e la proposta di legge Giachetti restano lettera morta. La situazione nelle carceri italiane si aggrava ulteriormente con due nuovi suicidi nel giro di pochi minuti, portando a 38 il numero di detenuti che hanno scelto di togliersi la vita dall’inizio dell’anno. Il primo caso riguarda un giovane detenuto extracomunitario, A.M., di 23 anni, che ha tentato il suicidio per impiccagione nella Casa Circondariale di Cagliari-Uta tra giovedì e venerdì scorso. Dopo due giorni di agonia nel reparto di Rianimazione, è deceduto domenica mattina. Questa tragedia si è verificata proprio nel giorno del 78º anniversario della Repubblica Italiana, aggiungendo ulteriore di sconforto.
Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione Socialismo Diritti Riforme Odv, ha commentato l’evento con profonda tristezza, sottolineando l’incapacità dello Stato di garantire la sicurezza e il benessere dei detenuti. “Ogni suicidio in carcere è una tragedia che addolora e la cui responsabilità ricade sullo Stato”, ha affermato, evidenziando come questo sia il secondo suicidio in due mesi nella stessa struttura. Caligaris ha poi sottolineato le difficoltà croniche del sistema penitenziario italiano, tra cui il sovraffollamento, la carenza di personale e le gravi mancanze nel supporto sanitario e educativo. “Un ragazzo così giovane ha sentito su di sé un peso insostenibile e l’impossibilità di proiettarsi nel futuro”, ha dichiarato, invitando il ministero della Giustizia e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria a prendere provvedimenti urgenti.
Il secondo suicidio è avvenuto a Venezia, nel carcere di Santa Maria Maggiore, dove un cittadino rumeno di 31 anni, detenuto per tentato omicidio, si è impiccato domenica mattina quando i suoi compagni di cella erano fuori. La tragedia delle carceri italiane è stata commentata anche da Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UilPa Polizia Penitenziaria, il quale ha sottolineato come la politica sembri ignorare la gravità della situazione. “Sono due i morti di carcere a distanza di poche ore, forse minuti, nella mattinata di domenica. Sale così a 38 il numero complessivo dei suicidi di detenuti dall’inizio dell’anno, cui vanno aggiunti 4 appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria che, parimenti, si sono tolti la vita”, ha dichiarato De Fazio.
Il sindacalista ha criticato la mancanza di attenzione ai problemi delle carceri durante la campagna elettorale, evidenziando come questi si intersechino con altre gravi questioni nazionali, come le carenze sanitarie e la mancanza di personale medico. “In carcere persino l’assistenza psichiatrica è ormai una chimera per mancanza di specialisti, con tutto ciò che ne deriva per gli effetti auto ed etero violenti”, ha aggiunto, ricordando l’aggressione subita da uno psichiatra nel carcere di Catanzaro. Il segretario della UilPa Polizia Penitenziaria ha fatto appello al ministro della Giustizia Carlo Nordio e al governo Meloni affinché riconoscano l’emergenza senza precedenti e adottino misure immediate per ridurre il sovraffollamento carcerario, assumere nuovo personale di polizia penitenziaria e potenziare la sanità inframuraria. “Non c’è più tempo”, ha avvertito, “se si vuole almeno tentare di evitare di oltrepassare ogni record nella conta dei morti in carcere, di carcere e per carcere”.
Ricordiamo che ben due sono state le mobilitazioni della Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale con la partecipazione attiva delle camere penali. Una mobilitazione in tutta l’Italia volta ad accendere un faro sulle problematiche del carcere e invitare il governo ad assumersi la responsabilità di porre fine alla mattanza e al sovraffollamento attraverso incisive misure deflattive e aumento dell’affettività e percorsi trattamentali.
In commissione Giustizia, attraverso un lentissimo iter, è al vaglio la proposta di legge presentata da Roberto Giachetti di Italia Viva sulla liberazione anticipata speciale. Ma è buio profondo. Da una parte c’è il ministro Nordio che sembra non appoggiare tale legge, dall’altra si è scatenata una campagna da parte di taluni giornali antigovernativi profondamente intrisi di populismo penale che ha dipinto tale proposta di legge come se fosse un indulto. Ovviamente è un falso. Siamo alla vigilia delle elezioni europee e l’unica lista che parla del tema carcerario è Stati Uniti D’Europa, in particolare la candidata Rita Bernardini che è in sciopero della fame da 25 giorni. Il resto è propaganda.
da Il Dubbio del 4 giugno 2024